Il tumore ormai risulta essere una malattia molto diffusa e all’ordine del giorno; tutti, infatti, conosciamo almeno una persona afflitta da questa malattia.
Malattia invasiva, destabilizzante, aggressiva e molto spesso fatale, il tumore, o cancro, negli ultimi anni ha scatenato numerose ricerche per affrontarlo al meglio, spaziando dall’ambito prettamente medico a quello psicologico e sociale. Nascono così nuove branche del sapere, come la psiconcologia, ovvero quella disciplina che si occupa degli aspetti psicologici legati alle malattie oncologiche. Lo psiconcologo aiuta a sostenere il paziente e i parenti più stretti dal momento della diagnosi fino a tutto il processo terapeutico, aiutando ad affrontare l’ansia, la preoccupazione e il dolore attraverso sia i colloqui clinici che nuove strategie e terapie d’intervento.
Tra le varie tecniche recenti vi è la “lanaterapia”, qui da noi ancora poco diffusa. In Italia, ad esempio, è presente in circa 20 ospedali, grazie ad alcune associazioni come il “Gomitolorosa”. Ma andiamo a vedere di cosa si tratta.
Cos’è la lanoterapia
La lanaterapia consiste nello sfruttare il lavoro a maglia come distrazione dalle preoccupazioni e dal dolore, agevola inoltre i processi di socializzazione e migliora l’autostima poiché implica il raggiungimento di un obiettivo (A. Costa). Il knitting è diventato quindi un vero e proprio strumento integrativo del percorso di cura. In reparti selezionati, quindi, i/le pazienti possono trovare un kit personale composto da un astuccio contenente ferri, uncinetto e gomitoli con cui praticare la lanaterapia in attesa della chemio-radioterapia o di visite importanti e impegnative sia fisicamente che psicologicamente.
Come afferma anche la dottoressa Paola Bazzu, psicoterapeuta specializzata in psiconcologia, diversi studi si sono focalizzati sull’osservazioni delle risposte emotive all’impegno in attività creative artigianali, notando come <<Le mani occupate orientano l’attenzione sul qui ed ora, restituendo la calma, favorendo la gestione di stati emotivi intensi e dei pensieri ripetitivi, migliorando anche il tono dell’umore. L’elemento di interesse di tale approccio risiede nell’attribuzione ai pazienti di un proprio ruolo nella tutela della salute. Una volta superata la curva di apprendimento iniziale, la ritmicità del lavoro a maglia può indurre uno stato di rilassamento, riducendo gli effetti dello stress dannoso nel lungo periodo. Il lavoro a maglia inoltre rende più difficile, alla nostra mente, registrare i segnali di dolore, e promuove processi neuroprotettivi. Le attività artigianali, infine, si traducono in prodotti tangibili utili al senso di efficacia, promuovendo i processi di socializzazione ed impegno sociale>>.
Dei benefici della lanaterapia ne parla anche la dottoressa I. Appolloni che afferma <<lavorare a maglia favorisce la socializzazione e la condivisione, facendo nascere nuove amicizie, inoltre l’esecuzione del manufatto, la necessità di concentrarsi su un lavoro alleggerisce, in un certo senso, la tensione del momento, abbassando la soglia di ansia e affrontando così in maniera più serena la visita, la terapia o l’esame diagnostico. Da non trascurare, inoltre, proprio l’apporto salutare che rappresenta conoscere l’intento con cui questi prodotti vengono realizzati in quanto sapere che serviranno a progetti solidali in particolare, rafforza l’autostima e aumenta la soddisfazione e la motivazione>>.
Infine, il dottor F. Ricci, parlando di lanaterapia, sottolinea che questa tecnica riduce l’ansia e lo stress perché la ripetitività del gesto abbassa i livelli di epinefrina e norepinefrina, ovvero delle sostanze prodotte dal nostro cervello in situazioni di stress. Anche lui sottolinea come il rumore dei ferri è paragonabile a un suono rilassante che agisce sulle zone prefrontali della corteccia cerebrale, ovvero quelle inerenti al pensiero, l’ideazione, la fantasia; inoltre, la procedura rallenta anche il declino cognitivo e aiuta nei processi di socializzazione e collaborazione. In conclusione quindi aiuta in tutti gli aspetti della vita.
La diffusione del Knitting
Partendo da questi presupposti, l’associazione “Gomitolorosa”, fondata dal medico e chirurgo oncologo Alberto Costa, sviluppa progetti di lanaterapia in tutta Italia. La Onlus ha come obiettivo, infatti, il diffondere la pratica del knitting. Nello specifico, nell’autunno 2021, ha anche avviato un progetto di ricerca che mira a studiare quanto l’attività di knitting possa avere riscontri positivi nel nostro cervello. Questo progetto è realizzato in collaborazione con i neurologi, neurofisiologi e psicologi della Fondazione IRCCS; il dottor P. Tiraboschi stesso afferma che bisogna approfondire i meccanismi sottesi ad eventuali benefici e che questo progetto si fonda sull’ipotesi che il knitting influisca sull’attenzione migliorando la salute mentale e il benessere personale. La lana utilizzata, inoltre, è lana autoctona considerata lana di scarto, creando così gomitoli di pura lana vergine certificata, svolge quindi anche un lavoro di tutela dell’ambiente.
Le Coccole di Chiara e la lanoterapia – knitting
Recentissimo è anche l’utilizzo della lanaterapia da parte dell’associazione “Le Coccole di Chiara”, fondata da Giovanna Cardillo e Gerardo Moscatiello, con cui interagiscono tante mamme e nonne. L’associazione si occupa di realizzare cappellini, vestitini, dudu, tutti lavorati a maglia e destinati ai piccoli supereroi delle TIN (Terapia intensiva neonatale) e al reparto di ginecologia qualora una mamma ed un papà devono salutare il loro bimbo troppo presto. Seppur inconsapevolmente, molti dei volontari che realizzano questi lavoretti a maglia sono pazienti oncologiche che, soprattutto durante le lunghe attese in ospedale per le terapie periodiche, si dedicano ai lavori a maglia per i piccoli guerrieri. Uno scambio naturale di amore lungo la strada della sofferenza e soprattutto della speranza. Molte di queste donne speciali, infatti, sono pervase da un forte senso di benessere nel realizzare qualcosa di buono e utile nonostante la loro condizione di salute. È amore che dona amore.
Infine, negli ultimi anni la lanaterapia è stata anche sperimentata nei reparti di oncologia pediatrica e con pazienti affetti da Alzheimer.

